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"Così questo paese, dove sono nato, ho creduto per molto tempo che fosse tutto il mondo. Adesso che il mondo l’ho visto davvero e so che è fatto di tanti piccoli paesi, non so se da ragazzo mi sbagliavo poi molto"

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(Cesare Pavese - La luna e i falò)

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IL PROGETTO DEL BORGO DIFFUSO

La proposta del Borgo Diffuso è quella di creare un nuovo modello turistico promosso e sostenuto dalla comunità, finalizzato alla creazione e gestione di nuove attività ricettive extra-alberghiere, con lo scopo di da dare nuovo stimolo all'economia locale. Il principio è simile a quello degli alberghi diffusi, quindi si cerca di recuperare le abitazioni abbandonate o poco utilizzate dai proprietari durante l'anno trasformandole in attività ricettive.

 

A differenza degli Alberghi diffusi quindi non è un singolo gestore ad usufruire degli utili dell'attività, ma questi vengono distribuiti tra i proprietari delle abitazioni e tra i membri della comunità che lavorano attivamente alla loro gestione e manutenzione (dando vita ad una piccola impresa di comunità). Tutto questo ha lo scopo di combattere il fenomeno dello spopolamento e sostenere le attività economiche locali, facendo leva sulle potenzialità del bellissimo territorio che circonda il Borgo di San Michele in Teverina.

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Quello del Borgo Diffuso è quindi un progetto di sviluppo turistico sostenibile, legato alle bellezze naturali ed ai prodotti eno-gastronomici del nostro territorio, nato per combattere lo spopolamento che sta portando alla scomparsa della comunità di San Michele. 

LA STORIA DI SAN MICHELE

La storia di San Michele è profondamente legata alle vicende del suo Castello. La presunta fondazione del paese avvenne nel 1164 da parte di Pietro da Mugnano, dal quale deriva l'originario nome del feudo: Castel di Piero. Inizialmente sotto la giurisdizione della città di Viterbo, nel 1257 gli Orvietani si impossessarono di San Michele, dominio che mantennero per circa 200 anni fino a quando nel 1421 tornò a far parte dei territori Viterbesi. Il paese venne per lungo tempo conteso tra le due città vista l'importanza della sua posizione dal punto di vista strategico.

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Il castello di San Michele e le terre annesse furono per circa 600 anni di proprietà della famiglia Baglioni, legata ai famosi Baglioni di Perugia. Nel 1522 la fortezza medievale venne distrutta per volere di Papa Adriano VI, il quale dopo un lungo assedio da parte delle truppe papali, nato per sedare le lotte interne alla famiglia Baglioni, ordinò la demolizione per punire l'infedeltà della famiglia allo stato della Chiesa. Il castello entrò quindi a far parte dei possedimenti Papali e ad Adriano VI succedette Clemente VII, questi riconobbe la proprietà dei possedimenti a Caterina de Medici.

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Nel 1536 la famiglia Baglioni tornò ad essere proprietaria del castello, e a partire dal 1569 il Conte Alberto Baglioni ne ordinò la ricostruzione. In quegli anni venne realizzata la stupenda terrazza esterna che si affaccia sulla sottostante Valle dei Calanchi, voluta dalla contessa Virginia Baglioni. Ancora oggi è possibile leggere il nome della contessa, inciso nelle cornici in pietra di due nicchie posizionate lungo il perimetro esterno della terrazza.

Risale al 1789 la fondazione del Comune di San Michele ad opera di alcuni cittadini che occuparono il municipio, comune che rimase tale fino al 1927 anno in cui divenne frazione di Civitella d’Agliano. 

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